Da San Gavino Monreale, Sardegna, ci arriva il primo Ep dei Terrorway. 
Cura nell’artwork e nella registrazione, i ragazzi si sono avvalsi in fase di mastering di Ettore Rigotti che i più di noi ricordano con i talentuosissimi Disarmonia Mundi, fanno subito capire di che pasta è fatta questa band; i quattro ci propongono un “modern aggresive metal”, così lo definiscono, una miscela esplosiva dove trovi accenni di Meshuggah, Mnemic, Chimaira, Lamb of God et similia. 
Cinque pezzi che sono un manifesto di forza, violenza, potenza e tecnica; sin dall’opener “Her las breath” veniamo travolti dalla violenza della coppia Cosma e Giovanni, rispettivamente batteria e basso, un duo che fracassa crani e timpani, lasciando rasoiare la carne viva a Ivan con al sua chiatrra e ad Anselmo con la sua voce al vetriolo. 
“Art of discernment” ti piomba addosso come un macigno, come una frana che ti scortica, una violenza sonora, impatto puro, non c’è scampo; la voce di Anselmo è supportata in questo pezzo cadenzato, che potrebbe ricordare i Pantera più monolitici o i Chimaira più oltranzisti, dalla chitarra di Ivan che macina riff su riff, mentre la sezione ritmica condisce il tutto con arte. 
“Survivalist Instinct” si apre con un continuo break, una continua alternanza di tempi e di intrecci anche vocali, a ricordare quei Mnemic prima citati o gli S.Y.L. di Devin Townsend, che mentre una ne pensa cento ne sta già suonando, e proprio così risulta il pezzo, con un break “melodico” che non ti aspetti, con un pestone dato sul freno, per cercare una via d’uscita da questa spirale di violenza, senza riuscirvi perché Anselmo torna a ruggire quale bestia sfuggita dagli inferi. 
“Threshold of the pain” è furia, è potenza, è intransigenza sonora, è “wall of sound”, non c’è possibilità di salvezza, il drumming di Cosma è un cannone che martella incessantemente i timpani, il basso di Giovanni intesse la sua tela a sostegno, e la voce di Anselmo è il corollario a tutto questo, è ferinità allo stato puro, nient’altro. 
“substance of the way” non aggiunge nulla a quanto di ottimo i ragazzi hanno fatto sentire; in definitiva siamo davanti ad una bellissima nuova speranza della musica heavy tricolore, ai quali auguriamo sorte eguale ai loro numi tutelari musicali, e quindi di bissare il successo dei LAmb of God e dei Chimaira, bravi bravi bravi!

http://holymetal.com/singola-recensione.asp?cod=1956

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